Generazioni e #labuonascuola incontro MISE

Il 12 Novembre Generazioni ha partecipato ad un momento di confronto nell’ambito della consultazione pubblica “La buona Scuola”, insieme ai giovani delle altre associazioni di categoria. Il nostro portavoce è stato in questa occasione Paolo Giampetruzzi, della cooperativa Cds Centro Documentazione e Studi di Ferrara, che ha redatto un breve resoconto dell’incontro.

Prima di partecipare abbiamo letto attentamente il rapporto “La Buona Scuola”, e abbiamo sottoposto al tavolo alcune considerazioni, condivise con gli amici di OOP! Giovani:

In merito alla quarta parte del documento, abbiamo sottolineato l’importanza che l’alfabetizzazione finanziaria ed economica sappia tener conto della biodiversità presente nel mondo dell’impresa. È fondamentale che i piani didattici introducano la realtà cooperativa, sottolineandone i caratteri peculiari che la contraddistinguono dalle altre forme di impresa.

Il mondo cooperativo implica dei valori – quali l’inclusione, la mutualità ecc. – che lo stesso documento sottolinea come elementi fondamentali per una nuova scuola: sarebbe importante presentare anche questo aspetto ai giovani, in modo che l’insegnamento delle materie economiche possa trovare nella cooperazione un ponte per affrontare anche temi di educazione civica, per formare non solo buoni studenti, ma anche buoni cittadini.

Per concludere sulla quarta sezione, abbiamo sottolineato l’importanza di fornire agli studenti quelle competenze tecniche e trasversali che, insieme, costituiscono la base dell’imprenditoria. Come è stato sottolineato nell’introduzione, esistono già esperienze in tal senso – la Lega delle Cooperative stessa è coinvolta in esperienze pilota – che, però, rimangono spesso legate alla buona volontà dei singoli.

È importante che tali esperienze vengano incentivate e promosse, in modo da poterne raccogliere i risultati e le buone pratiche implementate e costituire, a partire da dati certi, delle proposte solide che siano estendibili a tutti gli istituti.

In merito alla quinta parte del documento, molto positiva è secondo noi la proposta di individuare una via italiana al modello duale. Questa può concretizzarsi, in modo peculiare, nella quarta linea di intervento (alto apprendistato negli ultimi due anni di scuola secondaria), ed, in tal senso, abbiamo presentato brevemente un’esperienza che, come giovani cooperatori, abbiamo trovato molto interessante: il progetto PIL.

Il progetto PIL (Percorsi di Inserimento Lavorativo) è un esperienza che viene ripetuta annualmente dal 2000 presso l’Università di Ferrara e che, negli ultimi anni, è stata sperimentata anche presso altri atenei e, soprattutto, presso alcuni istituti superiori.

L’elemento di maggiore difficoltà, per implementare dei percorsi di alto apprendistato nelle scuole secondarie, è allineare la domanda di competenze che il mondo dell’impresa chiede a quello che effettivamente l’istruzione offre.

Per far questo, come giustamente sottolineato nel documento, è importante cominciare a parlare di formazione congiunta, raccordando più strettamente scopi e metodi della scuola con il mondo del lavoro e dell’impresa.

Il progetto PIL integra già tali elementi, anticipando l’incontro tra giovani ed imprese all’interno del percorso scolastico stesso.

Le imprese sono chiamate a presentarsi presso gli studenti, descrivendo le proprie peculiarità ed il proprio business. A queste “lezioni” seguono dei veri e propri colloqui di lavoro e, laddove ci sia un incontro tra domanda e offerta, prevedono un primo periodo formativo presso l’azienda (tirocinio) ed un successivo inserimento lavorativo normato da un contratto di lavoro della durata di un anno.

Come cooperatori siamo interessati a promuovere percorsi che favoriscano la buona occupazione. Il PIL risponde a questo bisogno, riconoscendo il valore educativo e formativo del lavoro (le lezioni ed il tirocinio sono riconosciuti come studio, sottolineando, proprio come fa il documento la Buona Scuola, l’importanza del “Saper Fare”). Le azienda hanno inoltre la possibilità di trasferire le competenze ai giovani durante il primo periodo di apprendimento attraverso l’affiancamento con un lavoratore senior. Questo processo innalza notevolmente la qualità del lavoro, perché fornisce allo studente quelle competenze che lo renderanno partecipe delle attività aziendali, ma permetteranno anche di liberare un lavoratore senior da alcune mansioni più basilari, permetto un ri-orientamento interno delle risorse (Pompa professionale).

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